In un rapporto lavorativo professionale l’ultima impressione conta quanto la prima, infatti
esistono diverse modalità per dimettersi, ma la cosa ideale è andare via nel modo migliore
senza rovinare i rapporti con l’azienda che si sta lasciando.
Dimettersi nel modo migliore dà maggiori possibilità di ottenere una buona referenza
anche in futuro.
Quando si decide di lasciare un lavoro per un altro, è importante non commettere alcuni
errori quali:
Non dirlo al datore di lavoro: non appena si è sicuri di lasciare il lavoro, è
opportuno informare il proprio datore di lavoro prima che quest’ultimo lo venga a
sapere dai colleghi!
Comunicare le dimissioni via e-mail o via messaggio: le dimissioni infatti non si
annunciano tramite messaggi ma sarebbe più opportuno farlo di persona.
Successivamente è buona prassi metterlo per iscritto nella modalità più consona
alla situazione (lettera, mail, ecc)
Non dare il giusto preavviso al datore di lavoro: sia il datore di lavoro che
l’azienda necessitano di sapere in anticipo se un suo dipendente sta per dimettersi,
sia per organizzare il lavoro futuro sia per, eventualmente, assumere e formare un
altro dipendente.
Non si è obbligati a dare informazioni sul futuro lavoro.
Ma quanto tempo prima bisogna avvisare delle proprie dimissioni?
Le tempistiche, a riguardo, sono specificate dal Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) in
base alla professione.
Il periodo di preavviso è determinato da due fattori essenziali:
L’anzianità, infatti maggiore è il tempo trascorso in un’azienda e maggiore sarà il
periodo entro cui dare le dimissioni.
Il tipo di mansione svolta, infatti più le mansioni sono complesse più bisognerà
attenersi ad un preavviso più lungo.
Dare il preavviso non è facoltativo ma è un dovere!
Per tale ragione, il datore di lavoro può chiedere il risarcimento da parte del lavoratore in
quanto non è stato onesto nei suoi confronti.