La misura, già attiva dall’anno 2016 è stata adesso ulteriormente potenziata attraverso il Decreto Rilancio.
Un minore è soggetto a povertà educativa quando è compromesso il suo diritto ad apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti. Non si tratta dunque di una lesione del solo diritto allo studio, ma della mancanza di opportunità educative in senso ampio. Generalmente, il fenomeno riguarda bambini e adolescenti che vivono in contesti sociali svantaggiati, caratterizzati da disagio familiare, precarietà occupazionale e deprivazione materiale.
La legge di Stabilità per il 2016 ha previsto l’istituzione del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con l’obiettivo di sostenere l’infanzia svantaggiata. Questo fondo viene alimentato dai versamenti delle fondazioni di origine bancaria, alle quali è stato riconosciuto un contributo (pari a 100 milioni di euro) per ciascun anno del triennio 2016-2018, sotto forma di credito d’imposta, pari al 75% dei versamenti effettuati al medesimo fondo.
Successivamente, la legge di Bilancio 2019 ha confermato il fondo per il successivo triennio 2019-2021, mettendo a disposizione 55 milioni di euro annui di credito d’imposta a favore delle fondazioni di origine bancaria che possono usufruirne per il 65% degli importi versati. L’operatività del fondo è stata prorogata per il 2022 dall’art. 63, c. 5, D.L. 73/2021. Pertanto, per il 2022 viene rifinanziato il contributo e se ne incrementa l’ammontare di ulteriori 45 milioni di euro nel 2021.
Il fondo è disciplinato dal protocollo d’Intesa siglato da Acri, Presidenza del Consiglio dei Ministri, MEF e Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Il soggetto attuatore è la fondazione “Con il Sud”, attraverso l’impresa sociale “Con i Bambini”. Le risorse vengono assegnate tramite bandi, mentre le scelte di indirizzo strategico vengono definite da un apposito comitato di indirizzo composto pariteticamente da fondazioni di origine bancaria, Governo, organizzazioni del terzo settore e rappresentanti di ISFOL e EIEF. La legge di bilancio 2018 ha attribuito all’ISTAT il compito di definire i parametri e gli indicatori misurabili al fine dell’individuazione di zone di intervento prioritario per la realizzazione di specifici interventi educativi urgenti per il contrasto della povertà educativa minorile sul territorio nazionale.
È stato poi definito l’Ipe (Indice di povertà educativa), riferito ad un target di giovani tra i 15 e i 29 anni) attraverso 4 dimensioni riferibili a: partecipazione, resilienza, capacità di intessere relazioni, standard di vita.
Nel periodo della pandemia, l’art. 105, D. L. n. 34/2020 (Decreto di Rilancio) ha stanziato 150 milioni di euro, di cui 135 milioni destinati ai Comuni per le iniziative dei centri estivi e 15 milioni destinati a progetti di contrasto della povertà educativa. Lo stesso decreto ha autorizzato contributi volti al sostegno degli enti del terzo settore nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Lombardia e Veneto nell’importo di 100 milioni per l’anno 2020, di cui 20 milioni riservati per l’anno 2021, con la finalità di rafforzare l’azione a tutela delle fasce più deboli della popolazione durante l’emergenza epidemiologica.