Ecco i dati del 3° Rapporto dell’Istituto Italiano della Donazione e del Global Trends in Giving 2020. Come e quanto donano gli italiani?
Cala nel 2019 di 585.000 unità, passando dal 14,5 al 13,4%, la quota di italiani che donano ad associazioni. È un trend in leggero rallentamento quello che raffigura l’andamento delle pratiche di dono degli italiani nel 2019: lo studio “Noi doniamo – Edizione 2020”, condotto dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) ha analizzato e approfondito la generosità concreta dei cittadini nel 2019, attualizzando la serie storica avviata con l’edizione zero del 2018 e aprendo una finestra anche sulla lettura del 2020 e sull’impatto della pandemia su tali pratiche. IID coordina la campagna nazionale per il Giorno del Dono che coinvolge migliaia di realtà nelle settimane intorno al 4 ottobre, la Giornata istituita per legge e dedicata alla promozione della cultura del dono.
“Il 2019 – dichiara il Segretario Generale IID Cinzia Di Stasio – ha visto un trend in calo o stabile su tutti i fronti del dono indagati, un trend inaspettato visti i segnali positivi degli anni precedenti. In questo si è inserita una situazione di emergenza sanitaria e sociale che ha generato una mobilitazione forte anche in termini di donazioni, ma riferibili alla sola emergenza e che pongono molte incognite sui prossimi mesi. Per questo occorre sostenere e facilitare il lavoro del terzo settore perché senza il dono degli italiani tutto il mondo della solidarietà si ferma e il nostro Paese non può permettersi di fare a meno del terzo settore stesso”.
Nel 2019 rimane alta la quota di italiani che non praticano alcuna forma di donazione economica, nemmeno in via informale: sono saliti al 55% nel 2019 rispetto al 51% del 2018. Diverse fonti convergono sul fatto che sia in diminuzione anche la quota di persone che donano denaro e che si impegnano nel volontariato, mentre è stabile o in lieve aumento il numero di coloro che fanno o sono propensi a fare donazioni biologiche (sangue, organi o tessuti). Sono positivi infatti i dati relativi alle donazioni biologiche, altra pratica che IID mette ogni anno sotto la lente grazie anche ai contributi di idee e analisi delle istituzioni e delle associazioni che si occupano di tale ambito. Secondo i dati del Centro Nazionale Sangue, nel 2019 sono stati 1.683.470 gli italiani che hanno donato il sangue almeno una volta (+0,04% rispetto al 2018) e il 92% di loro sono iscritti ad associazioni. Dati positivi, ma che non bastano: l’andamento demografico che presenta un progressivo invecchiamento della popolazione italiana pone delle sfide crescenti e l’aumento dei donatori di sangue, plasma e altri componenti, specialmente donatori giovani, è fondamentale per la tenuta e l’autosufficienza del sistema. Anche sul fronte della donazione degli organi i numeri sono importanti: il Centro Nazionale Trapianti quantifica in 3.813 i trapianti di organi del 2019 grazie a donazioni di 364 viventi e 1.379 deceduti. Complessivamente sono 6.936.583 gli italiani che hanno espresso la volontà di donare gli organi al Sistema Informativo Trapianti (SIT).
Nel 2019 è di 585.000 unità, passando dal 14,5 al 13,4%, la quota di italiani che donano ad associazioni ed aumenta l’ammontare della donazione media: secondo WaldenLab è salita dai 70 euro del 2018 ai 77 degli ultimi 12 mesi. Le cause per cui si dona sono soprattutto la ricerca medico-scientifica, al primo e indiscusso posto in tutte le classifiche, e, in forma più limitata ma consistente, il contrasto alle povertà e il sostegno a malati e disabili.
I numeri Istat certificano un lieve calo anche dell’impegno volontario degli italiani nelle associazioni di volontariato: donare tempo e competenze è sempre un’attività che riguarda una quota minoritaria di popolazione, ma cala dal 10,5% del 2018 al 9,8% del 2019 la percentuale di persone che fanno volontariato in associazioni di volontariato passando da una stima di 5.538.000 a 5.174.000 persone. Se a queste aggiungiamo anche il numero di persone che prestano volontariato in associazioni non di volontariato il numero totale arriva a 6.854.000 persone con un calo totale di 506.000. Le regioni con più volontari fra la popolazione sono ancora il Trentino Alto Adige (21,4%), la Valle D’Aosta (17,2%), e il Veneto 13,9%. Aumenta invece il numero di italiani che si impegnano specificatamente in associazioni ecologiche, per i diritti civili o la pace sulla scia del forte coinvolgimento dell’opinione pubblica su questi temi negli ultimi anni: sono stati 866.000 nel 2019, 60.000 in più rispetto al 2018. La maggior parte sono giovani donne tra i 14 e i 24 anni.
Il Rapporto “Noi doniamo – Edizione 2020” contiene anche l’aggiornamento della storica indagine dell’Istituto Italiano della Donazione sulla raccolta fondi del non profit – giunta alla 18° edizione – che dipendono anche dalla generosità dei cittadini: nel 2019 sono il 42% del campione totale gli enti non profit che hanno affermato di aver aumentato le raccolte fondi, mentre il 20% ha entrate stabili e il 38% in calo. L’accesso ai bandi – compresi quelli emessi da enti pubblici e privati, nazionali e sovranazionali – è lo strumento più utilizzato per raccogliere fondi e per il 21% delle organizzazioni è il più efficace. Gli eventi pubblici continuano a rappresentare una fetta importante dell’attività di raccolta fondi: il 13%. Anche per questo c’è preoccupazione rispetto all’andamento delle raccolte per il 2020 che ha visto a causa dell’emergenza sanitaria un forte ridimensionamento delle iniziative. Sempre secondo l’indagine IID, più della metà delle organizzazioni non profit (52%) prevede un calo delle entrate per il 2020, il 33% un aumento e il 15% una stabilità. Le incognite dei prossimi mesi sono molte: se la generosità è aumentata nei mesi dell’emergenza sanitaria -secondo WaldenLab è salito al 28% il numero degli italiani che hanno donato nei primi 6 mesi del 2020 a fronte del 21% dei mesi precedenti-, sono tante le associazioni che lamentano una diminuzione drastica delle loro entrate. Infatti secondo il monitoraggio avviato da IID a marzo e ad agosto, sono il 62% le onp che dichiarano di aver diminuito le loro entrate: di queste per il 20% il calo è stato più del 50 % per arrivare ad un 7,5% che denuncia di aver perso il 100% delle entrate. E’ evidente che l’aumento degli atti di donazione è andato a favore della protezione civile e delle strutture sanitarie. Dall’impatto della crisi, dalla tenuta della generosità delle persone, dalla loro fidelizzazione dopo l’emergenza e in generale dalla fiducia nel non profit dipenderà l’andamento delle pratiche di dono nei prossimi mesi, quando la generosità, non solo economica, sarà il principale strumento di cura della comunità.
Per una visione più globale: sono stati resi pubblici i dati del Global Trends in Giving 2020: per la prima volta l’Italia ha partecipato alla rilevazione dei comportamenti dei donatori di tutto il mondo. La ricerca, ideata da Nonprofit Tech For Good e sponsorizzata da Funraise è giunta nel 2020 alla sua terza edizione e ha coinvolto 133 paesi mettendo in evidenza i principali trend di tutti i continenti. Research partner del progetto è Italia non profit, che ha curato la versione italiana della ricerca, rimasta online dal 1° marzo al 31 maggio 2020 e alla quale hanno partecipato 1356 persone.
Con questo risultato, l’Italia, per la prima coinvolta nella ricerca, si posiziona al primo posto in Europa per numero di partecipanti all’indagine. Il campione italiano è stato ingaggiato grazie al supporto dei numerosi dissemination partner che hanno contribuito alla diffusione dell’iniziativa: ASSIF, AVS, Fondazione Social, Cultura e sviluppo, Magazzini Oz, Casa Oz, LNDC Animal Protection, Confederazione Parkinson Italia, Hospice di Abbiategrasso, Fitzcarraldo Fondazione, Fondazione ANT, Gimbe, Terre Des Hommes, Wikimedia Italia, CVS Vicenza, Apeiron, Associazione Abbracci e Amore, Mondo Internazionale, Aifr, #Givingthuersday, Fondazione Mazzola, CSR Manager Network, Associazione Parkinson in Italia, Social Value Italia, Aiccon, Fundraiser per passione, The Fundraising school, Scuola di Fundraising di Roma, Job4good, Metadonors.it, Rete del dono, Aragorn, Il bando nella matassa, Impronta etica, Elena Zanella Fundraising Academy, AIFO, Feel Crowd.
L’86% dei partecipanti alla ricerca ha dichiarato di aver effettuato una donazione nell’ultimo anno. Migliora la propensione al dono anche per chi negli ultimi 12 mesi non ha effettuato alcuna donazione in denaro a favore di una causa sociale (14%). Tra questi infatti, il 38% non esclude di effettuare una donazione nei prossimi 12 mesi. L’emergenza Covid-19 ha confermato la solidarietà degli italiani: il 66% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di aver donato per l’emergenza Covid-19.
L’indagine ha confermato anche una sempre maggiore digitalizzazione dei processi di raccolta fondi trainata da un ruolo sempre più predominante dai social media. 1 donatore su 4 ha donato tramite piattaforme ed eventi digitali come shop online, lotterie, aste virtuali. Facebook, Instagram e WhatsApp risultano essere i tre social media che più stimolano i cittadini a donare. Oltre il 50% degli intervistati ha dichiarato di aver già usato gli strumenti di raccolta fondi sviluppati da Facebook e Instagram.
Se nel campaigning il digital inizia a farla da padrone, rispetto agli strumenti utilizzati per effettuare la donazione per gli italiani è ancora alta l’esigenza di affidarsi a strumenti percepiti come sicuri e che nel tempo hanno saputo conquistare la fiducia dei cittadini. É questo il caso, ad esempio, degli “SMS Solidali”, ai quali hanno fatto ricorso nel 2019 circa il 12% dei rispondenti per l’Italia, mentre negli altri continenti – escludendo l’Europa (9%) – la loro incidenza non supera il 3%.
Fonte: Manuela Gualdi, IID, Osservatorio Vita global in Giving