Del colloquio di lavoro abbiamo già parlato altre volte. Oggi aggiungiamo qualcosa su tre punti
specifici, rispetto ai quali è utile saperne di più.
1. COLLOQUIO ONLINE, COME AFFRONTARLO AL MEGLIO
Lo strumento del colloquio online, complice anche l’emergenza epidemiologica, si sta rivelando
sempre più diffuso come metodo preferito dalle aziende per individuare i candidati migliori per un
posto di lavoro. Certo, i rischi sono molti, come quello di trascurare aspetti e fattori che dal vivo
possono fare la differenza. Ad ogni modo, è fondamentale sapere a cosa si va incontro e imparare
come gestire nel migliore dei modi qualche aspetto dell’intervista a distanza.
Tra le particolarità del colloquio online, c’è che solitamente dura meno rispetto a quello in presenza,
sia perché la distanza fisica tende a ridurre al minimo le cosiddette “chiacchiere di conoscenza” e
altri aspetti del linguaggio non verbale, sia perché – ottimizzando e riducendo i tempi e la logista
rispetto al colloquio in presenza – si offre possibilità di colloquio a più candidati.
Ecco alcuni suggerimenti per affrontare al meglio l’intervista online:
• Assicurarsi di avere una buona connessione e, quindi, una soddisfacente risoluzione video
e una buona qualità audio;
• Avere alle spalle uno sfondo neutro (senza esagerare!) che non distragga l’interlocutore,
adottare un outfit appropriato e assicurarsi che ci sia silenzio attorno a voi;
• Mantenere la concentrazione e non distogliere lo sguardo o muoversi troppo mentre il
recruiter rivolge le domande;
• Dopo i saluti finali, inviare un email di follow-up per ringraziare della possibilità che vi è stata
data (la cordialità paga sempre!).
Per il resto, valgono tutte le regole del colloquio in presenza, tra cui quella di arrivare preparati
informandosi su tutte le attività dell’azienda e cercare di prepararsi a rispondere alle domande che
verranno poste sulla base del ruolo che andrete a ricoprire.
2. COME RISPONDERE ALLA DOMANDA “PARLAMI DI TE”
È una delle richieste più frequenti che vengono fatte durante un colloquio di lavoro, ma è anche una
delle domande più trascurate dai candidati nella fase di preparazione all’incontro con il selezionatore:
si tratta di “Parlami di te”. Il modo in cui si risponderà potrebbe influire sull’esito del colloquio ed è
quindi importante tenere a mente almeno due regole generali. Anzitutto,
non raccontare la storia della propria vita. Il recruiter non è interessato al vostro passato e ai racconti
ad esso collegati. In secondo luogo, fornire informazioni pertinenti. E per farlo bisogna mettere in
evidenza (in 2-3 minuti totali):
• recenti successi professionali: non “recitate” il vostro curriculum e non menzionate
esperienze che non hanno alcun legame con il lavoro per cui vi siete candidati.
Concentratevi, invece, su 3-4 esperienze significative, soffermandovi su quelle che hanno
ottenuto risultati tangibili e verificabili;
• percorsi formativi: se lavorate già da qualche anno non dilungatevi troppo sulle vostre
esperienze formative ed evidenziate quali conoscenze avete acquisito grazie ai vostri studi,
spiegando come possano essere sfruttate per soddisfare con successo le esigenze del
datore di lavoro;
• competenze: mettete in rilievo solo le competenze rilevanti (2-3 in cui siete davvero esperti)
per l’azienda in cui state effettuando il colloquio. Non esagerate mai la portata delle vostre
abilità, anche perché il selezionatore potrebbe chiedervi di verificarle (anche durante il
colloquio) e spiegate sempre il modo in cui le avete acquisite;
I CONSIGLI DEL JOB TRAINER
• obiettivi professionali: concentratevi sulle vostre aspirazioni professionali e non su obiettivi
che fanno riferimento alla vita privata (dimostrerete, così, di essere professionisti “goal
oriented”);
• motivi di interesse per l’azienda: evitate di mostrare che siete più interessati alla retribuzione
che all’attività lavorativa in sé. Date, infine, l’idea di voler intraprendere una carriera stabile e
duratura all’interno dell’azienda.
3. LA COMUNICAZIONE NON VERBALE AL COLLOQUIO DI LAVORO
Per condurre un colloquio di successo non basta essere soltanto competenti e preparati rispetto al
lavoro per cui ci si candida, altri fattori hanno una valenza importante, come l’analisi dei propri aspetti
interiori, la conoscenza delle proprie motivazioni e le note caratteriali necessarie sul posto di lavoro.
Ma soprattutto, è decisivo il modo in cui si comunicano le proprie qualità, con le parole e anche
attraverso il linguaggio del corpo. È bene mostrare un atteggiamento positivo anche attraverso la
comunicazione non verbale. Toni, gesti e sguardi hanno un significato importante e vanno a
completare il sistema delle valutazioni sulla nostra persona e su quel che diciamo.
Dalla psicologia comportamentale arrivano i suggerimenti utili per fare bella impressione sin dal
primo istante: la stretta di mano deve essere risoluta ma non troppo, lo sguardo fisso negli occhi, la
voce rilassata, mentre vanno evitati quei gesti rivelatori di insicurezza e nervosismo come braccia
incrociate, gambe accavallate, il contatto continuo delle mani con viso e capelli.
Fondamentale è capire che cosa davvero si vuole dalla propria vita professionale: il potere a tutti i
costi, il guadagno, oppure la stabilità, la comodità? Chiarire quelle che sono le proprie motivazioni
aiuta, infatti, a fissare con precisione gli obiettivi e a meglio indirizzare la ricerca di un lavoro che
soddisfi davvero le nostre ambizioni.
E il segreto finale? Sorridere è la chiave di tutto. La comunicazione è sempre reciproca e quando
lanci un messaggio non verbale ti ritorna. Per predisporre positivamente l’altro iniziamo noi a
lanciargli segnali positivi ed inconsciamente li coglierà.
(Fonte: Cliclavoro)

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