Al fine di effettuare una ricerca del lavoro che possa coniugare la propria personalità, le competenze professionali e le ambizioni con i profili richiesti dal mercato del lavoro, è bene distinguere tra  ricerca passiva e ricerca attiva del lavoro.

Nella prima, si adottano strumenti che implicano un’attivazione della persona in termini marginali (ricerche di annunci on line, registrazione a portali di lavoro, etc.). La stessa può risultare utile, in quanto, con uno sforzo minimo ci si può candidare a numerosi annunci di lavoro e raggiungere molteplici agenzie di intermediazione. Ma, inviando una miriade di curricula si resta solo in attesa delle occasioni e si finisce con il candidarsi per qualunque occupazione. Questo modo di agire è dunque insufficiente per ottenere un risultato significativo e rispondente al proprio profilo e alle proprie aspettative: un risultato di qualità dipende principalmente dall’utilizzo mirato e professionale dei contatti con le aziende con le quali si vorrebbe lavorare e per le quali si ritiene di costituire una valida risorsa.

L’attenzione alla qualità (ricerca attiva) richiede che si punti su strategie connotate dalla diversificazione e si focalizzi la propria attenzione su un numero ristretto di aziende con le quali interloquire, selezionate in maniera mirata, valorizzando gli strumenti della ricerca attiva della propria occupazione.

Ciò posto, per procedere in maniera mirata è importante partire da un processo di autoanalisi nel quale porsi delle domande, quali: Cosa voglio fare nel futuro? Quale può essere la posizione lavorativa giusta per me?

Occorre poi definire il proprio progetto professionale, cercando di capire che tipo di persona siamo, cosa sappiamo fare (competenze), cosa possiamo fare (le potenzialità), cosa desideriamo fare (gli obiettivi, le aspettative e gli interessi), dove vogliamo lavorare (se nella propria città o anche nel resto d’Italia e all’estero), in che tipo di azienda (ad es., pubblica o privata), se vogliamo svolgere lavoro dipendente o  autonomo, ecc.

Una volta individuato il ruolo che intendiamo ricoprire, dobbiamo ancora chiederci quali sono i requisiti e le caratteristiche tecniche richieste dal mercato del lavoro per ricoprire tale ruolo,  se le possediamo e quali competenze tecnico-professionali e trasversali ci mancano (ad es., l’ottima conoscenza di una lingua straniera, conoscenze informatiche e di particolari programmi) per colmare il gap esistente tra domanda e offerta di lavoro.

In vista del contatto con le aziende, chiediamoci infine quali sono i nostri punti di forza e di debolezza in riferimento al ruolo da ricoprire.

Fatto questo, occorre elaborare un piano di azione che preveda la programmazione, la realizzazione e la verifica delle azioni necessarie al raggiungimento dell’obiettivo che ci sta a cuore (arricchire la propria formazione, per esempio) e delle tecniche da utilizzare per la ricerca del lavoro. A questo proposito, chiediamoci quali sono le strategie di ricerca del lavoro.

La ricerca attiva di una nuova occupazione richiede che si attenzionino diversi aspetti:

– una meta chiara e definita, per definire la quale abbiamo già indicato come necessario identificare l’obiettivo professionale da raggiungere e le risorse necessarie per il suo conseguimento;

— un’organizzazione rigorosa al fine di pianificare le azioni da intraprendere (ad es., creare dei contatti, definendo gli obiettivi da perseguire con ciascuno di essi, scegliendo le modalità comunicative più adeguate e la corretta predisposizione dell’insieme dei documenti necessari alla presentazione della candidatura (lettera di presentazione, curriculum, colloquio, valorizzazione di quotidiani e riviste specializzate, uso del telefono, web site, social job professional, etc.), circoscrivere l’area geografica di interesse, definire il tempo da impiegare nel loro utilizzo, rispettare le scadenze, aggiornare le schede di lavoro nelle quali monitoriamo l’impegno prestato, facendo un bilancio degli incontri effettuati e dei risultati ottenuti).

Tra le operazioni fondamentali da compiere per la ricerca del lavoro indichiamo:                             — studiare come valorizzare il passaparola, che costituisce il principale strumento con il quale ogni anno gli italiani trovano lavoro;

– stilare l’elenco delle imprese presso le quali candidarsi e conoscerne il profilo;

— inviare le candidature spontanee e rispondere alle offerte di lavoro corrispondenti al proprio profilo professionale;

— conoscere e contattare le agenzie per il lavoro presenti nel proprio territorio.

Osserviamo infine che mentre si porta avanti una ricerca di lavoro concreta ed efficace, bisogna tenere presenti alcune considerazioni. Cominciando dal rendersi conto che il lavoro non cerca nessuno. Si continua ancora a essere legati all’idea che sia il titolo di studio a creare il posto di lavoro, mentre oggi più che mai tale presupposto risulta essere del tutto anacronistico. È quindi assurdo pensare, in modo più o meno dichiarato, che, considerati i titoli da noi conseguiti, debba essere il mercato a cercarci, così come è ancora più assurdo, se non otteniamo un risultato positivo, addossare la colpa al mondo del lavoro o alle istituzioni.

Di fronte a un risultato non soddisfacente, la risposta giusta non può che essere quella di riprovare, imparando dagli errori e facendo tutto quello che è nelle proprie possibilità per raggiungere l’obiettivo prefissato. In altre parole, la strategia migliore per risolvere un problema è mantenere l’attenzione sulla soluzione e non sul problema stesso, accettare la propria responsabilità di scelta, modificare un programma di lavoro, rivedere il proprio obiettivo e ritentare fino a che si concretizzi l’esito positivo.

Nella ricerca della propria occupazione, un altro errore assai frequente che si commette è quello di non preoccuparsi di conoscere le richieste del mercato, ostinandosi a perseguire un determinato obiettivo senza modificarlo nemmeno un po’ tenendo conto dei reali bisogni delle aziende: un’impresa che si ostinasse a produrre un certo tipo di bulloni, pensando che, per il solo fatto che risultano di qualità elevata, saranno venduti certamente, a prescindere che ce ne sia o no bisogno, non farebbe che riempire i depositi.

Ancora. Le aziende cercano competenze, potenzialità, flessibilità, voglia di imparare e di scommettersi. E sono importanti anche l’entusiasmo, la motivazione, l’energia, la determinazione, la capacità di lavorare in team, di problem solving e, soprattutto, un atteggiamento attivo e propositivo. Nella ricerca del lavoro, la creatività e l’intraprendenza, in particolare, rappresentano due tra le chiavi del successo.

Torna poi assai utile sfruttare la propria rete di rapporti per incontrare nuovi interlocutori, ottenere informazioni, pareri e consigli sul profilo professionale di proprio interesse, sulle imprese del settore, la loro organizzazione e i loro prodotti o servizi. Più si è informati e meglio ci si può collocare nel proprio ambito professionale.

Sfruttare la rete significa anche utilizzarla per far conoscere le proprie competenze, idee e progetti.

Come procedere.

— Ricostruire in maniera quanto più completa possibile la ‘mappa’ delle proprie conoscenze (non stiamo parlando delle raccomandazioni, ma di esperti, parenti, amici, ex compagni di studi o ex colleghi, professori, collaboratori, clienti, fornitori, etc.), al fine di individuare coloro che hanno contatti con il settore di nostro interesse;

— realizzare un’agenda di lavoro, che rappresenti lo strumento per la comunicazione e le pubbliche relazioni;

–creare una scheda relativa ad ognuna delle persone individuate, contenente nominativo, ruolo, competenze e tipologia di contatto.

Con questo materiale si può: stabilire l’ordine di priorità con il quale contattare le persone, definire gli obiettivi per ogni contatto da attivare, scegliere le modalità comunicative più adeguate per entrare in contatto con ciascun nodo della rete.

I singoli, possibili interlocutori possono essere contattati in diverso modo. La maniera più efficace è certamente quella di incontrarli di presenza. A meno che non li conosciamo personalmente o non possiamo essere presentati da qualcuno, procederemo inviando loro una lettera nella quale chiediamo un appuntamento. Assicuriamoci che la lunghezza della lettera non superi una pagina e organizziamo il contenuto in tre parti.

  1. Iniziamo con lo stabilire la relazione con il destinatario, dicendo chi siamo, menzionando il campo di nostro interesse, l’università o altro che ci sembri opportuno, spieghiamo come abbiamo avuto il suo nominativo o se desideriamo incontrarlo perché, per es., sappiamo che la sua organizzazione è leader nel … o in quanto stiamo considerando un proprio possibile sviluppo professionale nel … o perché sappiamo che lavora nell’area …
  2. Chiediamo pertanto di volerci fissare anche un breve incontro, spiegando chiaramente di cosa vogliamo discutere durante l’incontro (avere informazioni sul settore/azienda …, o chiarimenti su opportunità professionali, …).
  3. Concludiamo dicendo che gli telefoneremo per fissare un appuntamento, ringraziamo la persona della disponibilità e sottolineiamo che per noi sarà un piacere poterla incontrare.

In calce, una lettera tipo.

Altra cosa da non dimenticare è che all’azienda si offrono competenze, E dunque, se si ritiene di possederle, non bisogna mai presentarsi con il cappello in mano, cioè con l’atteggiamento di chi sta chiedendo l’elemosina, bensì come una valida risorsa.

Naturalmente, delle imprese alle quali si pensa di fare riferimento e di presentare la propria candidatura, è fondamentale acquisire tutte le informazioni possibili anche al fine di giungere al colloquio preparati. È difficile infatti che un selezionatore decida di investire su un candidato che afferma di voler lavorare in una azienda della quale non sa nulla e non è quindi in grado di motivare il perché aspira a realizzarsi professionalmente lavorando nella stessa.

Concludiamo evidenziando che cercare lavoro è un compito non delegabile, da espletare dunque in prima persona, riconoscendoci come gli unici responsabili della ricerca e che, come si evince da quanto detto finora, cercare lavoro è un lavoro serio, per cui, se non si semina con la massima attenzione e con metodo, non si ottiene nessun raccolto.

—————————————————————————————-

LETTERA TIPO DI CUI SI È DETTO SOPRA

 

Mario Rossi

Via Roma, 11

00100 Roma

Tel. 0333/3333333

,

Gentile dottor …….

Ho ricevuto il suo nominativo dal Prof. Lorenzo Giusti, il quale mi ha consigliato di rivolgermi a Lei per la Sua competenza nel settore professionale di mio interesse.

Ho conseguito la laurea in ingegneria idraulica all’università di Torino e ho lavorato per circa un anno nel campo del trattamento delle acque.

Oltre a questa importante esperienza, ho maturato un elevato interesse per le risorse umane.

Sto completando un master in tal senso e mi piacerebbe molto intraprendere una carriera in questo campo.

Poiché Lei è stato a lungo direttore del personale in diversi contesti organizzativi, sono certo che potrebbe darmi consigli preziosi su come inserirmi nel mondo del lavoro una volta finito il master.

So che è molto occupato, ma spero di poterLa incontrare anche solo per una ventina di minuti per potermi presentare e ricevere una sua opinione e i suoi suggerimenti da esperto.

La chiamerò martedì prossimo nel pomeriggio per fissare con Lei un appuntamento.

Se volesse contattarmi, sono raggiungibile al 333/3333333 o all’email ppp@email.it

La ringrazio fin d’ora per la Sua disponibilità e resto in attesa di poterLa incontrare quanto prima.

Luogo e data

In fede.

Firma

(Fonte: Università degli studi di Siena, Guida alla ricerca attiva del lavoro, Pag. 51, rielaborazione)

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien