Come è stato scritto, ad una barca a vela che non sa dove andare, nessun vento sarà mai sufficiente per raggiungere la meta. Chi è in cerca della sua occupazione necessita di un progetto professionale di vita. Uno strumento assolutamente fondamentale, senza del quale non ha senso cercare e trovare lavoro. Uno strumento che va elaborato per tempo e non dopo aver finito gli studi, a partire dall’analisi degli interessi, delle capacità, delle competenze e delle attitudini personali. Affrontiamo questo tema in maniera schematica, lasciando poi a ciascuno ogni approfondimento.
La prima cosa da fare è analizzare te stesso. Poniti alcune domande e scrivi le risposte dettagliate, ma soprattutto sincere, in un foglio (meglio se di formato A/3), non in colonna, ma in cerchio.
1. Elenca le tue principali abilità, cioè le cose che sai fare bene, cominciando da quelle per realizzare le quali non hai bisogno dell’aiuto di nessuno (ad esempio, saper interagire con altre persone, capacità di dirigere, guidare, coordinare e ispirare gli altri, capacità di prevenire e gestire i conflitti, sapere leggere e comprendere in maniera veloce, essere in grado di produrre un testo corretto, completo, ordinato e coerente, capace di comunicare con chiarezza quello che si vuole esprimere per ottenere il risultato desiderato);
2. Enumera le conoscenze più rilevanti da te possedute (informatica, per esempio, lingue straniere, nozioni di tipo sociale o matematico, ovvero economiche o artistiche).
3. Domandati cosa sai fare bene da un punto di vista concettuale.
Sai parlare in pubblico? Sai ascoltare le persone? Sai mediare le conflittualità? Sei particolarmente creativo? Hai la capacità di riconoscere le informazioni importanti e di comprenderle per sapere prendere le tue decisioni o per risolvere i problemi?
4. Riporta quali sono le tue abilità manuali più rilevanti (cioè, cosa sai fare bene da un punto di vista manuale) e valuta quanto le ritieni consistenti.
Chiediti, per esempio, se possiedi coordinazione motoria, agilità, velocità, forza o resistenza, capacità di realizzare, produrre, eseguire manutenzioni e in quale ambito (elettrico, idraulico, della ristorazione, ecc.).
5. Elenca cosa sai fare bene con riferimento ai tuoi hobbies o in campo sportivo o, comunque, nel tempo libero, dal basket al tennis tavolo, dalla gestione di una associazione sportiva dilettantistica al bricolage, dal volontariato alla cucina, dalla recitazione alla musica, ecc.
6. Chiediti cosa desideri fare veramente. È importante tener conto delle tue aspettative professionali, di quello cioè che vorresti essere e per cui hai studiato o stai facendo delle esperienze. E se ti pensi più realizzato lavorando a contatto con altre persone o da solo e se con una attività di tipo dipendente o mettendoti in proprio.
7. Infine, domandati cosa non vorresti fare. Ad esempio, se ti sentiresti come in carcere qualora dovessi svolgere un lavoro d’ufficio o se non riusciresti a fare lavori manuali come il saldatore, il manutentore di aree verdi, ecc. e se per caso non rinunceresti, qualora per lavorare, fosse necessario trasferirti in un’altra città.
Ora guarda quello che hai scritto e, con un righello, collega con delle linee le cose che possono avere un legame tra di loro. Ne scoprirai diverse che sono collegate e che, anzi, se messe insieme, si sostengono, si sorreggono e si rafforzano a vicenda.
A questo punto, rifletti: mettendo insieme tutte le cose che hanno un nesso, che tipo di lavoro potresti essere in grado di fare? Definisci così il tuo progetto professionale di vita.
Anche facendoti aiutare da qualcuno, cerca di capire come, tale professionalità, si coniuga o si può (deve) coniugare con i bisogni dell’attuale mercato del lavoro.
Stabilito dove vuoi andare, non ti resta che rispondere a questa ultima domanda: “Cosa devi fare adesso per affinare e sviluppare tale possibile professione, per renderla praticabile realisticamente? Forse dovrai approfondire la lingua inglese o approfondire in dettaglio un programma informatico, ovvero frequentare un corso di specializzazione, ecc.
Trovare lavoro è un lavoro serio. Qualunque cosa hai deciso che debba fare, se vuoi davvero collocarti nel mondo del lavoro, organizzati e inizia subito con fiducia, pronto a investire e faticare, ben sapendo che le cose che valgono, costano e devi pertanto essere pronto a pagarne il prezzo. Tieni presente che la soddisfazione e il senso delle tue giornate, più che dalla conquista dell’obiettivo, dall’essere arrivati, derivano dall’avere lottato. La gioia non sta nel terminare un’attività, ma nello svilupparla.
Per una definizione quanto più avveduta del tuo progetto professionale, tornerebbe molto utile avvalerti di una consulenza da parte di un Placement Office presente nella tua città lo nel capoluogo della provincia in cui vivi, che potrebbe essere gestito dal comune, dall’università o da un servizio di orientamento. Prendi un appuntamento e presentati con il curriculum vitae e una prima bozza del progetto professionale. Confrontati con l’esperto, senza dimenticare di individuare con il suo aiuto quali ostacoli (di tipo personale, oggettivo, economico, ambientale lo legati agli step o ai tempi necessari per realizzare il tuo progetto) potresti incontrare nel tuo percorso.
Puoi decidere di esporre il tuo progetto e quanto è emerso nel corso dell’incontro precedente ad un gruppo di amici, per verificarne, anche attraverso il confronto con loro, la sua fattibilità e chiedere di suggerirti delle idee che possano rendere realizzabile e perfino migliore il tuo piano.
Ora non ti resta che stendere un concreto piano di azione che preveda un eventuale, ulteriore momento di formazione, così come le modalità, gli strumenti e i tempi per la ricerca del lavoro o per avviare l’attività in proprio.
Coraggio, amico, Se vuoi, ce la puoi fare. Buon lavoro e fammi sapere.
Don Enzo Giammello (centroorizzontelavoro@gmail.com)
Pubblicato il 20-04-2020